E allora perchè pensando alla scuola sento il terrore dei compiti in classe ?! E il peso delle interminabili ore davanti ad un problema di matematica ?
Ho compreso che questo dipende dal punto di vista da cui si vede lo studio, e dall’approccio che buona parte della nostra società e dei nostri insegnanti ci hanno abituato ad avere dinanzi ad un libro. Frasi come: “devi studiare e prendere buoni voti”, “devi stare seduto alla sedia finchè non hai finito tutti i compiti”, “devi leggere e ripetere due, tre volte”, “devi, devi, devi”, tutte frasi che negli anni hanno legato lo studio ad un “dover fare” anzichè ad “un voler fare per il piacere di”. Errore piu’ o meno consapevole, che ha spostato il focus di migliaia di bambini sin da piccoli anzichè sullo “studiare per migliorarsi”, sullo “studiare per non avere punizioni”.
Strategia valida a breve termine, ma quando si arriva in età di “coscienza” cosa succede ? Finita la scuola dell’obbligo ? Alcuni capiranno da soli l’importanza di apprendere, mentre altri avranno associato un tale dolore allo studio da non avvicinarsi ad un libro neanche per usarlo come cuscino !
Lo studio, in realtà, è un momento creativo, e non passivo, per questo oggi posso dire di divertirmi nello studio e di considerarlo un momento felice della giornata, di tale importanza da dedicare ad esso le prime ore della mia giornata.
Ho cambiato totalmente metodo, poichè tutti possono essere i migliori, è solo una questione di conoscere la strategia migliore, quella vincente !
Oggi utilizzo le mappe mentali e ripeto non per ritenere meglio, poichè non serve a molto, considerato che la ripetizione ad alta voce oltre a rallentare lo studio (la mente corre molto piu’ veloce della voce), sollecita solo la parte del cervello dedicata alla memoria a breve termine, ma per curare l’esposizione, la gestualità e il timbro/tonalità della voce.
Da questa nuova prospettiva, la prova d’esame, qualunque esame si tratti, diviene, un momento di confronto, e quindi di serena crescita.
Le mappa mentale è una forma di rappresentazione grafica del pensiero teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan.
Le mappe mentali hanno una struttura gerarchico-associativa:
- gerarchiche (dette anche rami) che collegano ciascun elemento con quello che lo precede
- associative (dette anche associazioni) che collegano elementi gerarchicamente disposti in punti diversi della mappa.
La struttura portante di una mappa mentale è sempre gerarchica; le relazioni associative aiutano ad aumentarne l’espressività, evidenziando la presenza di legami trasversali mediante frecce. Essendo gerarchica, la mappa mentale ha necessariamente anche una geometria radiale: all’elemento centrale troviamo collegati degli elementi di primo livello, ciascuno dei quali può essere collegato con elementi di secondo livello e così via.
La mappa mentale è uno strumento votato alla creatività, alla memorizzazione, all’annotazione in chiave personale. Per questo il suo ideatore Buzan ha formulato il suo modello incentrandolo sull’evocatività: tutti gli elementi di una mappa mentale devono essere ricchi di immagini fantasiose e colorate, perché da un lato rendono gradevole la rappresentazione, dall’altro stimolano l’emisfero cerebrale destro, le cui funzioni supportano facoltà come la creatività, la memoria, la fantasia, l’intuizione. Per questa ragione è importante che una mappa mentale venga prodotta a colori fin dalle prime fasi di realizzazione, e non colorata in un secondo momento. Inoltre gli elementi devono essere descritti con singole parole chiave e non con periodi estesi, così da lasciare spazio a nuove associazioni e a possibili integrazioni.
Le mappe mentali fanno leva soprattutto sulle capacità creative personali, sulle risorse mentali inconsce, sulle sinestesie create con colori e immagini, sui processi che spontaneamente ristrutturano le informazioni e che ogni volta lasciano aperta più di una chiave interpretativa. Per queste ragioni le mappe mentali sono particolarmente efficaci come strumenti di annotazione e di apprendimento, come supporto all’elaborazione del pensiero e alla creatività.
Nell’utilizzare le mappe mentali, ho compreso anche l’importanza di associare una parola chiave ad una immagine, e nel far questo, ricordando quanto spiegato così bene da Matteo Salvo nei suoi volumi sull’apprendimento, oggi, utilizzo immagini che corrispondono all’acronimo P.A.V.
PARADOSSO
AZIONE
VIVIDO
L’utilizzo, cioè, di immagini paradossali, in movimento e rielaborate nella nostra mente, “come se le stessimo vivendo in quel momento”, con immagini a colori, suoni, sapori e sensazioni. Questa strategia consente di fissare nella nostra mente conscia piu’ a lungo l’ “immagine chiave”.
Non è infatti un mistero che i pubblicitari dei media facciano di tutto per rielaborare situazioni dell’ordinario e creare “ancore emozionali” con il prodotto del momento, avete presente la pubblicità in cui alcuni ragazzi si tuffano in un campo da basket ?
Quanti di voi non ricordano ogni singolo fotogramma dello spot in questione e non hanno immaginato di fare la stessa cosa ? Nuotare nel cemento ?
La nostra mente è abituata a filtrare le azioni e le immagini ordinarie e ritenerle solo nel subconscio, poichè non sarebbe possibile dedicare ad ogni parte della nostra esistenza la “stessa importanza” (ad es. quando si gira una maniglia si sa che si aprirà la porta, ma lo si fa senza pensarci) per questo usando il P.A.V. l’evocazione di immagini sarà maggiormente efficace .
Buono studio a tutti !
(Alcune parti dell’articolo sono liberamente elaborate da fonte Wikipedia)
Penso che sia davvero interessante tutto questo, è da qualche mese che leggo il libro di Matteo Salvo ”Il segreto di una memoria prodigiosa” e mi ha mostrato una visione dello studio che mi mancava. Ora sto cominciando a provare a mettere in atto alcune delle strategie spiegate in questo magnifico libro, e mi stanno aiutando davvero molto. Sono ancora un pò in difficoltà nella visualizzazione delle immagini usando i 5 sensi perchè tendo sempre a focalizzarmi solo sulle immagini e spero che con un pò di esercizio possa migliorare, per le associazioni invece alcune volte riescono meglio di altre contando che ho cominciato il mio esperimento proprio su materie come diritto e finanze dove serve un pò più di creatività che rispetto ad altre materie come storia o italiano.
Spero di migliorare con il tempo, non perdo fiducia!
Grazie dei consigli, sono molto utili!
Ciao Noemi, grazie per il tuo commento, conosco Matteo Salvo come autore, ne ho apprezzato lo stile e il metodo nel suo testo “Imparare l’inglese in un mese”, davvero ben fatto.
Non mollare, alle prime avrai difficoltà ma questo è naturale, come tutte le cose inizialmente sono difficili ma con il passare del tempo diventano “scontate”, mera abitudine….
a presto e grazie !!!