La regola della reciprocità, per ricevere devi prima dare !

Per ricevere amore devi dare amore. Sembra un concetto scontato, ovvio in apparenza, ma non è così,Tutti infatti abbiamo come bisogno primario quello di vivere in un “mondo circostante” pieno di amore, nelle sue diverse forme. Amore figlio/genitore, tra amici, uomo/donna comprese tutte le declinazioni della sessualità.
L’amore è un bisogno di vita, è impensabile vivere senza provare e sentirsi amati… Ma allora se tutti abbiamo bisogno di amore, perché intorno a noi ci sono persone chiuse, schive che spesso in una sala si confondono con la tappezzeria o che fanno di tutto per passare inosservate. Perché ci sono persone da cui traspare rabbia, odio e desiderio di violenza ? Come possono ricevere amore se le loro strutture mentali li portano a tenere a distanza i propri simili ? Questo avviene in molte circostanze a causa della paura ! Quale ? La paura di mostrare se stessi per quello che si è, mostrare passioni, desideri e sogni, ci porta ad evidenziare i nostri campi di eccellenza e questo comporta il non poter più nascondersi. Insomma saremmo sottoposti al giudizio dei nostri cari, dovremmo impegnarci sempre di piu’ per corrispondere alle aspettative del nostro mondo circostante. Molto piu’ comodo, quindi nascondersi con la tappezzeria, e soddisfare un altro bisogno, un bisogno secondario. Mantenendoci nascosti con la tappezzeria abbiamo la possibilità di percepire la nostra vita ordinaria e spesso mediocre rispetto alle nostre aspettative, come “nostra”, controllabile ! Perché la conosciamo bene, pur non amandola, la sentiamo nostra. Ma a cosa stiamo rinunciando ? Alla nostra vita, probabilmente ! Ai nostri sogni che per quanto mi riguarda è la stessa cosa !
Del resto amare se stessi, passa dall’offrire a se stessi il massimo che si possa ottenere da questo mondo, nel rispetto del prossimo, e del mondo su cui passiamo per breve tempo. Sarebbe impensabile avere un’azienda senza essere imprenditore, ed avere una moglie per amore senza avere le qualità di un amante. In questo il mondo interiore corrisponde al mondo esteriore.
Per quanto riguarda la paura di esporre se stessi al successo, e al cammino che per ottenere questo necessariamente bisogna perseguire. In esso ci sarà il significato della nostra vita poiché la felicità non passa solo per il raggiungimento di un obiettivo ma per la gioia e l’energia positiva che si è investiti per raggiungerlo, ed in caso di fallimento sarà stato cmq un risultato, da cui ripartire e da cui imparare.

Per ricevere amore devi dare amore.

Sembra un concetto scontato, ovvio in apparenza, ma non è così. Tutti, infatti, abbiamo come bisogno primario quello di vivere in un “mondo circostante” pieno di amore, nelle sue diverse forme. Amore nel rapporto figlio/genitore, tra amici, uomo/donna comprese tutte le declinazioni della sessualità.

L’amore è un bisogno di vita, è impensabile vivere senza provare amore e sentirsi amati.

Ma allora se tutti abbiamo bisogno di amore, perché intorno a noi ci sono persone chiuse, schive che spesso in una sala si confondono con la tappezzeria o che fanno di tutto per passare inosservate. ? Perché ci sono persone da cui traspare rabbia, odio e desiderio di violenza ? Come possono ricevere amore se le loro strutture mentali li portano a tenere a distanza i propri simili ? Questo avviene in molte circostanze a causa della paura ! Quale ? La paura di mostrare se stessi per quello che si è, mostrare passioni, desideri e sogni.

Mostrarsi senza maschere ci porta ad evidenziare i nostri campi di eccellenza e questo comporta il non poter più nascondersi. Vivendo nell’eccellenza saremmo sottoposti al giudizio dei nostri cari, dovremmo impegnarci sempre di più per corrispondere alle aspettative del nostro mondo circostante. Per questa ed altre ragioni è molto piu’ comodo nascondersi con la tappezzeria, e soddisfare un altro bisogno, un bisogno secondario. Mantenendoci nascosti con la tappezzeria abbiamo la possibilità di percepire la nostra vita ordinaria e spesso mediocre rispetto alle nostre aspettative, come “nostra”, controllabile ! Perché la conosciamo bene, pur non amandola, la sentiamo nostra. Ma a cosa stiamo rinunciando ? Alla nostra vita, probabilmente ! Ai nostri sogni che per quanto mi riguarda è la stessa cosa !

Del resto amare se stessi, significa anche offrire a se stessi il massimo che si possa ottenere da questo mondo, nel rispetto del prossimo, e del mondo su cui passiamo per breve tempo.

Sarebbe impensabile avere un’azienda senza essere imprenditore, ed avere una moglie che ci ama  senza avere le qualità di un amante. Le nostra qualità condizionano il nostro successo . Il mondo interiore corrisponde al mondo esteriore. Se decidiamo di migliorare noi stessi anche la qualità della nostra vita migliorerà.

Per quanto riguarda la paura di esporre se stessi al successo, e al cammino che per ottenere questo necessariamente bisogna perseguire, è necessario comprendere che in esso ci sarà il significato della nostra vita, poiché la felicità non passa solo per il raggiungimento di un obiettivo, ma per la gioia e l’energia positiva che si è investiti per raggiungerlo;  in caso di fallimento, questo sarà stato comunque  un risultato importante, da cui ripartire e da cui imparare.

Non esistono persone di successo che non hanno mai fallito, solo chi non fa nulla non può sbagliare !

Questo articolo ha 2 commenti.

  1. Nick

    Il termine “dare amore” lo trovo molto pericoloso, bisognerebbe dire semplicemente “amare”.

    Quando uso il verbo “dare”, sono consapevole di “dare” incondizionatamente, senza pensare di ricevere in cambio qualcosa ???

    Se proprio proprio si vuole mantenere la parola “amore” come complemento oggetto, si potrebbe dire “donare amore”

  2. Mauro S.

    Nick grazie della tua riflessione, è pur vero, però, che nel mio testo il concetto di reciprocità è allargato alle interazioni sociali e non in un ottica di dualismo tipico del do ut des. Il dare amore si riferisce al raggiungimento o rafforzamento di uno stato d’animo pronto, vigile e aperto alla condivisione dei propri talenti.

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