La comunicazione solitamente viene intesa come la facoltà di esprimere vocalmente dei contenuti, ma questo è solo un aspetto dei molteplici risvolti di quello che comprende.
Tutto nella nostra esistenza comunica qualcosa, ad esempio un cartello stradale divelto potrebbe comunicarci che qualcuno non ha preso bene l’ultima multa arrivata a casa !!!
Io, come tanti, ho studiato al Liceo Classico eppure non credo di aver svolto una sola ora del mio percorso dedicata alla comunicazione, faccenda assai strana, considerato che i Greci e i Latini dedicavano interi mesi nell’educare i propri figli nell’ “ars oratoria”. Senza dilungarmi in una sequela di insulti verso il padre dell’odierno sistema scolastico vi dirò solo che per quanto mi riguarda è cosa folle considerare secondario e scontato l’uso della comunicazione interpersonale, considerato che su di essa si basa buona parte della nostra esistenza.
Mi correggo, in effetti, non buona parte bensì tutta la nostra esistenza comunica un desiderio di sopravvivenza e di realizzazione dei propri bisogni ai nostri simili, poichè l’essere umano è un “animale” sociale e molto del suo impegno in questa epoca viene speso per ridurre i confini territoriali, politici e culturali per favorire la comunicazione mondiale.
Nonostante queste premesse e l’impegno profuso da moltissime persone per ridurre i confini di incomunicabilità capita ugualmente di essere partecipi attivi o passivi di dialoghi in cui le parti in un ciclo perfetto si rimpallano affermazioni senza che si arrivi a nessun risultato, tanto che molti iniziano a chiedersi se questa pratica non sia strumentale al mantenimento di uno status quo. Mi vengono in mente i processi senza fine di “Porta a porta” o il rimpallarsi mediatico di affermazioni e repliche dei nostri governanti, o ancor peggio vecchie diatribe tra interi popoli. Perchè questo accade ?
L’uomo di neanderthal avrebbe risolto il tutto con un paio di clave ma per noi uomini 2.0 o 3.0 usare la forza come strumento di coercizione persuasiva ci potrebbe costare il pianeta in cui viviamo, quindi sarebbe meglio utilizzare altri strumenti, ad esempio sforzarsi di comunicare efficacemente.
Per quanto mi riguarda il comunicatore efficace è colui che fa un atto di amore verso il prossimo e si fa strumento di espressione del proprio messaggio, tutto di lui diviene mezzo di comprensione per l’interlocutore.
Il comunicatore efficace ha come prospettiva l’interlocutore, indipendentemente se questo è composto da un singolo soggetto o da una platea. Il successo del proprio messaggio passa attraverso la comprensione del suo uditorio.
Ma allora perchè la maggior parte della gente, specie quella più istruita sembra parlare a se stessa ? Forse colpa dell’io che spinge a sentirsi gratificati quando soddisfatti dell’utilizzo di termini desueti o di strutture verbali complesse?
Il linguaggio insieme alla conoscenza della prossemica, sono elementi importanti per ottenere un buon livello di comunicazione interpersonale.
I gesti sono come le parole, la somma di diversi movimenti produce una frase e unire una comprensione della gestualità alla comprensione vocale e per i piu’ smaliziati, la cinestesia, consente di raggiungere una comunicazione di livello molto superiore alla media.
Avere una capacità comunicativa fuori dal comune, consente di raggiungere risultati fuori dal comune.
Se molti dei risultati della nostra vita avvengono attraverso degli incontri, perché non dedichiamo tempo allo studio della comunicazione ? Pensate ad esami, colloqui lavorativi, incontri amorosi …. non vi viene voglia di essere pronti ?! Di avere strumenti che in qualche modo possano supportarvi nel raggiungimento dei vostri obiettivi, desideri, sogni ?!
La comunicazione invade tutti i campi della vita, dalle relazioni umane a quelle professionali, persino gli hobby, tutto è comunicazione. Una schematizzazione vuole che la comunicazione passi attraverso la divisione in tre grandi settori: verbale, non verbale e cinestesica.
Esiste una connessione importante tra l’utilizzo della voce e il successo delle proprie relazioni, sono poche le persone che studiano le basi della voce, della modulazione dell’uso del timbro e della ritmica.
La conoscenza di questi strumenti consentono di mettersi nei panni dell’interlocutore e di avere la possibilità razionale di scegliere come comunicare, ad esempio per parlare con un bambino non utilizzerò lo stesso linguaggio o ritmo di voce che userei durante un consiglio di amministrazione per la relazione programmatica annuale .
Per comunicazione non verbale si intende la gestualità, questa assume una rilevanza notevole, oramai da secoli viene lasciata al caso, pochi la studiano e quei pochi sono necessariamente avvantaggiati rispetto alla popolazione, ad e esempio ne sono maestri molti politici e leader internazionali, o operatori della televisione.
Avere una comunicazione efficace significa creare empatia e rapport con l’interlocutore, raggiungere in breve tempo una connessione, amare il prossimo e soddisfare quel bisogno che lo spinge ad ascoltarci, a dedicare il suo tempo a noi, pertanto vi auguro…
buona comunicazione efficace !