Sono stati scritti numerosi volumi e ancora molto verrà scritto sulle capacità di leadership e su come acquisire quelle caratteristiche che fanno di un capo un vero leader, ecco qualche mia riflessione…
Essere capi non vuol dire necessariamente essere riconosciuti leader di un team, in effetti, sembra che la perfetta coincidenza delle due cose, sempre auspicabile, sia cosa abbastanza rara. Questo forse è il risultato di una cultura che in alcune circostanze preferisce logiche clientelari a quelle meritocratiche.
Nell’eccellente lavoro del Sole 24 Ore della collana Master 24, vengono evidenziati diverse tipologie di Leadership che si sposano con differenti necessità, scelte e contestualizzate agli obiettivi da raggiungere e alla tipologia di esigenze aziendali o associative, ne rimando la lettura poichè l’analisi in queste pagine risulterebbe estremamente lunga.
Nella manualistica di settore il leader e il manager, spesso viene associato alla figura del samurai, uomo d’affari uomo samurai , non c’è dubbio che oggi i manager di aziende multinazionali debbano avere una visione strategica non comune per prendere decisioni che condizionano intere comunità.
E’ stato scritto molto sulle qualità che un leader con la l maiuscola deve fare proprie, e data la complessità del tema ne vorrei sottolineare soltanto una, forse quella che più mi sta a cuore nella mia personalissima visione: l’integrità.
L’integrità di un leader è in quella scelta di visione unica, di congruità tra il dichiarato e l’agire quotidiano, per dirla in maniera semplice è data dall’indicare la strada al proprio team con l’esempio delle proprie azioni quotidiane.
L’efficacia di antichi generali nel guidare i loro eserciti, era quella di essere presenti nei momenti cruciali in prima fila, con i soldati. L’esempio del loro coraggio era spesso la miccia di grandi eventi vittoriosi. Perchè oggi dovrebbe essere diverso ? Aziende, governi e organizzazioni non hanno forse i loro soldati, le loro battaglie ?
Il carisma di un leader non si acquisisce con la nomina a capo, bensì è una conquista assai poco scontata, vi consiglio a riguardo un bellissimo articolo scritto da Linda A. Hill sull’argomento letto nel volumetto dell’Harvard Business Review dato qualche tempo fa con il sole 24 ore .
Un estratto…
“Dopo alcune esperienze poco gradevoli, i neo-manager si rendono conto – con grande sgomento- che la fonte del loro potere è “tutto fuorchè” l’autorità formale (…. ) l’autorità emerge soltanto dopo che il manager guadagna credibilità presso i dipendenti, i propri pari e i superiori”